Solo guardando indietro con una certa distanza temporale ci si accorge come il personale sia politico. Questo motto non descrive solo la volontà del pensiero femminista, ma si presta anche a raccogliere le tappe di una vita. Lisa Mazzi ha da poco presentato il suo ultimo libro “Fragmente/Frammenti” in un vasto dialogo con il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, il professor Luigi Reitani. I testi lirici di Lisa Mazzi, scritti in originale in tedesco e poi tradotti in italiano da lei stessa, ripercorrono esperienze conosciute e filtrate dall’autrice che propone una personale riflessione su alcuni momenti per lei cruciali. La scrittrice medita sul confronto con una lingua straniera, l’adattamento ad una società estranea, la voglia di sentirsi accettata in un Paese che non è quello natio, la partecipazione alle lotte ideologiche e politiche in uno stato in cui sei un’ immigrata. Attraverso le poesie che parlano dell’esperienza individuale dell’autrice emerge la storia di un Paese, ma anche un commento sull’attuale situazione politica percepita da una donna impegnata a livello sociale.
Il professor Reitani ha colto sapientemente il ponte tra l’elemento privato dei frammenti di Lisa Mazzi e quello pubblico e politico che fa da sfondo e contesto ai testi lirici. Dalla conversazione ospitata dalla libreria Tucholsky è emersa una Germania nordica, più lontana dal confine italiano di quanto non sembri esserlo ora. Un Paese in cui le lotte studentesche sono uscite dalle università coinvolgendo il contesto sociale circostante e in cui la persona immigrata era etichettata secondo i cliché del paese d’origine ed era priva di una comunità circostante. La Germania descritta dal dialogo tra il professor Reitani e Lisa Mazzi non è però solo un’entità politica. È anche una fonte di ispirazione letteraria e poetica forte in cui filosofia e grammatica permettono giochi linguistici unici che si prestano perfettamente alla descrizione di pensieri e sensazioni. Mazzi e Reitani ricostruiscono in quest’occasione un quadro che racconta del personale dell’autrice e, al contempo, di un collettivo in cui il riconoscersi è immediato – per tedeschi e italiani.