Questa galleria contiene 40 immagini.
WOMEN in E-MOTION – le sfide quotidiane delle donne tra digitalizzazione e stereotipi mediatici Convegno annuale ReteDonne e. V. Berlino 1 dicembre 2018 copyright © Eleonora Cucina
Solo guardando indietro con una certa distanza temporale ci si accorge come il personale sia politico. Questo motto non descrive solo la volontà del pensiero femminista, ma si presta anche a raccogliere le tappe di una vita. Lisa Mazzi ha da poco presentato il suo ultimo libro “Fragmente/Frammenti” in un vasto dialogo con il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, il professor Luigi Reitani. I testi lirici di Lisa Mazzi, scritti in originale in tedesco e poi tradotti in italiano da lei stessa, ripercorrono esperienze conosciute e filtrate dall’autrice che propone una personale riflessione su alcuni momenti per lei cruciali. La scrittrice medita sul confronto con una lingua straniera, l’adattamento ad una società estranea, la voglia di sentirsi accettata in un Paese che non è quello natio, la partecipazione alle lotte ideologiche e politiche in uno stato in cui sei un’ immigrata. Attraverso le poesie che parlano dell’esperienza individuale dell’autrice emerge la storia di un Paese, ma anche un commento sull’attuale situazione politica percepita da una donna impegnata a livello sociale.
Il professor Reitani ha colto sapientemente il ponte tra l’elemento privato dei frammenti di Lisa Mazzi e quello pubblico e politico che fa da sfondo e contesto ai testi lirici. Dalla conversazione ospitata dalla libreria Tucholsky è emersa una Germania nordica, più lontana dal confine italiano di quanto non sembri esserlo ora. Un Paese in cui le lotte studentesche sono uscite dalle università coinvolgendo il contesto sociale circostante e in cui la persona immigrata era etichettata secondo i cliché del paese d’origine ed era priva di una comunità circostante. La Germania descritta dal dialogo tra il professor Reitani e Lisa Mazzi non è però solo un’entità politica. È anche una fonte di ispirazione letteraria e poetica forte in cui filosofia e grammatica permettono giochi linguistici unici che si prestano perfettamente alla descrizione di pensieri e sensazioni. Mazzi e Reitani ricostruiscono in quest’occasione un quadro che racconta del personale dell’autrice e, al contempo, di un collettivo in cui il riconoscersi è immediato – per tedeschi e italiani.
Commenti disabilitati su Frammenti di una vita in Germania. Lisa Mazzi in dialogo col professor Luigi Reitani.
Pubblicato in LE NOSTRE DONNE
Contrassegnato da tag Istituto Italiano di Cultura di Berlino, Lesung, Lisa Mazzi, poesia
La “nostra” Lisa Mazzi, presidentessa dell’associazione Rete Donne e.V. nella sede di Berlino, presenta venerdì sera i suoi testi lirici in un dialogo con il professor Luigi Reitani, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino.
Nei suoi testi Lisa Mazzi contempla frammenti del quotidiano e della città e si sofferma soprattutto sugli aspetti della violenza e dell’età che cambia. Da essi emerge la sua percezione dell’avvenire politico in un contesto interculturale; attraverso di essi l’autrice esplora soprattutto temi femminili, ma anche sviluppi sul piano sociale e legati al fenomeno della migrazione.
L’appuntamento Con Lisa Mazzi e il professor Luigi Reitani è venerdì alle ore 20 alla libreria Tucholsky (Tucholsky Straße 47 – 10117 Berlin).
Pubblicato in Eventi, LE NOSTRE DONNE
Contrassegnato da tag Istituto Italiano di Cultura di Berlino, Lesung, Lisa Mazzi, poesia, presentazione del libro
Apre l’incontro Lisa Mazzi, che è stata al Congresso Annuale di DaMigra (Dachverband der Migrantinnenorganisationen). Lisa riferisce che l’organizzazione, che si è riunita a Potsdam il 18 e 19 giugno, lavora ad altissimo livello, avendo come propri Ansprechspartner persino membri del governo. Si tratta pertanto di un’associazione di grande importanza, cui anche Rete Donne è legata, che tiene le fila e coordina il lavoro delle associazioni di donne migranti attive in Germania con numerose proposte.
Alla riunione di quest’anno, si è affacciata una nuova associazione, coordinata dalla avvocatessa di origine bosniaca Jasmina Pirpic: si tratta di Anwältinnen ohne Grenzen (Avvocatesse senza frontiere). Questa associazione intende offrire assistenza alle donne rifugiate, aiutandole a districarsi nei quotidiani problemi legali come in situazioni di particolare impegno e difficoltà, nelle quali ovviamente possono venire a trovarsi. Lisa ha sottolineato le eccezionali qualità umane e professionali della Pirpic, lei stessa con un complesso percorso personale, essendo fuggita dalla Bosnia circa vent’anni fa, negli anni del conflitto con la Serbia.
Ilaria Fioravanti ha poi presentato i risultati dell’indagine condotta al nostro interno due mesi fa con l’aiuto di un questionario, e lo ha fatto elaborando i dati raccolti e proiettando la “mappa grafica” che ne è derivata. I risultati sono stati, da tutte le presenti, giudicati di grande interesse poiché conducono verso una maggiore consapevolezza di ciò che RDB è per noi e di ciò che essa possa fare per ognuna di noi. I temi delle domande, che ci furono allora sottoposte, ruotavano attorno a quattro diverse questioni legate a identità, attività, valorizzazione e ruolo di RDB.
Ilaria ha evidenziato il fatto che “scambio” è la parola che, nelle risposte, ricorre più frequentemente: lo scambio, tra di noi come con associazioni di donne tedesche o di altre nazionalità, è una profonda necessità e viene percepito anche come risorsa fondamentale. Per ciò che riguarda il contributo, che ognuna di noi può offrire all’interno dell’Associazione, esso si può esprimere attraverso il supporto ai diversi progetti tramite la condivisione di contatti che si hanno, e delle proprie competenze e attitudini.
Nell’ambito della presentazione di questi risultati, Lisa sottolinea che c’è spazio per iniziative personali e che tutte le proposte possono essere vagliate. Il Direttivo ha una sua opinione determinante in tale senso.
Lisa ricorda l’iniziativa del 3 luglio al Museum Ëuropeischer Kulturen. Ci sarà una visita guidata alla mostra “Erfüllbare Träume?” a cura di Cinzia della Giacoma, alle ore 15, mentre alle ore 16 il ristorante ‘A Muntagnola ha organizzato un buffet (degustazioni a 10 euro) ed un incontro con la proprietaria del ristorante, signora Angela Matarrese, originaria della Basilicata, cui parteciperanno Lisa, in qualità di moderatrice, ed una giornalista tedesca amica della signora Matarrese, che avrà il compito di tradurre l’incontro in italiano e in tedesco. Obiettivo dell’incontro sarà un dialogo sulle tradizioni culinarie della Lucania, come sulla nascita di questa impresa a conduzione familiare, il ristorante ‘A Muntagnola, appunto. Il tutto approfondito da un dibattito sull’esperienza della migrazione, che è anche tema della mostra. Per pubblicizzare questo incontro, verrà prodotto un flyer.
Altro tema è stato il futuro congresso annuale di Rete Donne, che si terrà a Lipsia i prossimi 24 e 25 settembre, presso il Kunstwerk di Lipsia, struttura di pregio architettonico presso il quale si potrà anche pernottare e mangiare. Il 24 settembre, che è un sabato, si terrà a Lipsia la Mitgliederversamlung, riunione annuale delle socie di Rete Donne, e si voterà per la Presidente dell’Associazione (a questo proposito, Lisa ha detto che non sa se si ricandiderà). Il tema di quest’anno sarà “Donne e Salute” e tra gli obiettivi del convegno c’è anche quello di coordinare le donne di Lipsia – già riunite nell’Associazione “Le donne visibili” – allo scopo di creare anche in questa città una branca di Rete Donne.
Daniela Spoto, illustratrice che ha partecipato alla mostra del Museo delle Culture Europee, riferisce di aver pubblicato un libro dal titolo “Due valigie e cinque anni”, già presentato al Wale Caffè – caffè letterario di Neukölln – e alla libreria italiana Mondolibro.
Grande interesse ha destato l’incontro con Fatima, giovane studiosa arabo-tedesca di discipline politiche alla Freie Universität di Berlino. Fatima ha parlato della sua esperienza di giovane musulmana in Germania ed ha raccontato che, a 15 anni e contro il volere dei suoi genitori, ha deciso di iniziare a portare il velo islamico. Figlia di padre egiziano e madre tedesca, ha raccontato che a Bielefeld, sua città di provenienza, è stata guardata con sospetto nel momento in cui ha deciso di portare il velo, mentre a Berlino ha incontrato meno problemi. Il velo per lei non è un Pflicht, ovvero dovere o imposizione, ma come un’offerta a Dio. Inoltre si sente più libera e si sente di più se stessa poiché così non deve sottomettersi ai dettami della moda occidentale e non è obbligata a truccarsi. Le affermazioni di Fatima scatenano un dibattito cui tutte le presenti si sentono chiamate a partecipare. Lisa legge un brano del Corano, tratto da un articolo di Milena Rampoldi ove si dice in sostanza che il Profeta – nella società islamica –impone il velo e che la donna è visibile solo per i padri e i mariti e i padri dei mariti. Benché Lisa non sia d’accordo col paragone tra la stella gialla, imposta agli ebrei dal regime nazionalsocialista, e Kopftuch (v. articolo pubblicato sulla rivista Micromega ), per il resto Lisa crede che il velo islamico sia un simbolo di proprietà: la donna diviene simbolo visibile di proprietà dell’uomo, marito e padre. Secondo Milena Rampoldi invece è naturale che sia cosí per le donne religiose. Per Fatima, bisogna contestualizzare storicamente il problema. Atatürk aveva ad esempio proibito il Kopftuch. Si tratterebbe quindi, secondo la giovane studiosa musulmana, più di una questione storico-politica, che non religiosa e la religione avrebbe, secondo lei, più a che vedere con scelte di carattere personale. Questo in risposta ad una domanda di Lucia e Rachele che hanno riferito che, a Berlino negli anni ’80 e ’90, le donne turche non avrebbero portato il velo.
Pubblicato in I nostri Protocolli
Contrassegnato da tag Dahlem, Daniela Spoto, genere, islam, Lisa Mazzi, mappe mentali, medicina, MEK, museo culture europee, RDB, salute, scambio, velo