L’intervento di Elisabetta Gaddoni, il “Ritratto di signora italo-berlinese” di questa sera, è stato lo spunto per interessanti riflessioni sulla presenza (o assenza!) delle donne italiane nei media tedeschi, ancora ben lontani dal riflettere la composizione multiculturale della società in cambiamento. Questo vale in particolare in una metropoli come Berlino, ricca di persone provenienti da tutto il mondo, con competenze, talenti e punti di vista che restano, troppo spesso, senza voce oppure confinati nella nicchia etnica dei media destinati alle relative community. Indubbiamente nell’ambito dei media e della comunicazione la padronanza della lingua è un fattore determinante. L’”immigrazione” è un argomento già ben definito e si corre quindi il rischio, talvolta, che le competenze professionali o universitarie dei singoli immigrati passino in secondo piano. Ma questi ultimi hanno, da parte loro, la responsabilità dell’apprendimento della lingua. Spesso per praticità molte donne preparate e con esperienze professionali significative si orientano, una volta arrivate in Germania, in campi professionali in cui si parla solo italiano o inglese, precludendosi la possibilità di poter partecipare a corsi di formazione e tirocini, o collaborare con i media locali. Ma è importante ricordare che il giornalismo di oggi non è più centrato sulla parola come quello tradizionale, ed il lavoro in team con colleghi di madrelingua tedesca può essere d’aiuto dal punto di vista linguistico.
Un ente che cerca di scardinare alcune dinamiche proprio dall’interno, in ambito di media e comunicazione, è il Neue Deutsche Medienmacher, di cui Elisabetta è membro: un’associazione che riunisce donne che lavorano nei media, con o senza esperienza migratoria. http://www.neuemedienmacher.de
Queste considerazioni hanno aperto una riflessione generale sull’importanza della lingua tedesca anche per comprendere meglio la cultura del paese ospite. Molte di noi hanno portato la propria esperienza e Elisabetta ci ha segnalato anche un articolo che scrisse tempo fa https://www.freitag.de/autoren/der-freitag/getrennt-bitte-2013-ein-satz-wie-eine-axt
Vengono segnalate alcune posizioni aperte per tirocini formativi e stage, promossi dal Grimme Insititut o dalla Heinrich-Böll-Stiftung, in cooperazione con la TAZ, destinati a giovani on Immigrationshintergrund. Elisabetta invita le interessate, oltre a migliorare la conoscenza della lingua, anche a trovare coraggio e a proporre contenuti che poi possono essere supportati e raffinati da esperti o partner tedeschi.
La serata si è poi conclusa con la presentazione di due nuove partecipanti: Grazia Orlandini, in Germania da molti anni ma a Berlino da tre, che offre un aiuto pratico ai nuovi arrivati per questioni burocratiche (qui la sua pagina https://www.facebook.com/pages/Benvenuti-a-Berlino/1439104709721398 e presto sarà disponibile una sua intervista con i dettagli sul blog di RDB); ed Irene, arrivata a Berlino dopo aver vissuto a Monaco, che si occupa di restauro nel cinema.