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Lisa Mazzi intervistata da Berlino Magazine

Serena Galiè  ha intervistato Lisa Mazzi, presidente di ReteDonne e.V., in occasione della presentazione del suo ultimo libro.

Lisa Mazzi vive a Berlino dopo aver insegnato molti anni all’Istituto di Linguistica Applicata dell’Università del Saarland, e qui presiede all’associazione Rete Donne Berlino, per la quale ha curato la mostra “Erfüllbare Träume? Italienerinnen in Berlin” al Museum Europäischer Kulturen (qui una rassegna fotografica che Berlino Magazine e ha dedicato alle fotografie di una delle artiste esposte, Giulia Filippi), ancora visibile fino al 28 Marzo 2016). La incontriamo in occasione della riedizione in lingua tedesca, aggiornata al 2015, della sua ricerca dal titolo “Donne Mobili”: storie di donne che dalla fine dell’800 ad oggi lasciano il loro paese, per ricerca o per fuga, e vengono a vivere in Germania.

Ecco il link all’intervista pubblicata il 30 Dicembre 2015 su Berlino Magazine 

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Su NOIDONNE intervista Lisa Mazzi sulla mostra al MEK

Si inaugura il 31 maggio a Berlino la mostra “Sogni realizzabili? Italiane a Berlino” ideata dalla sezione berlinese di Rete Donne e.V. Intervista di Tiziana Bartolini a Lisa Mazzi

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Radio 3 Mondo parla di noi: Italiane a Berlino. Sogni realizzabili?

La settimana di emozioni raccontate a Radio3Mondo continua. Oggi si parla del sentimento dell´accoglienza e della nostra mostra Erfüllbare Träume? Italienerinnen in Berlin, visitabile al Museum Europäischer Kulturen a Dahlem (Berlino).

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Ascolta l´intervista completa di Tania Tonelli sul sito della radio al minuto 00:14:30.

Dopo la felicità militante protagonista delle parole dell’ex presidente uruguaiano Mujica, e la gentilezza in politica, parliamo dell’accoglienza.
La Germania, ormai da diversi anni, rappresenta il paese per eccellenza di emigrazione per migliaia di giovani italiani che decidono di inseguire il proprio sogno al dì fuori dell’Italia. Si tratta di un fenomeno in realtà “antico”, che trova spazio nell’esposizione ”Sogni realizzabili? Italiane a Berlino” che sceglie di raccontare la migrazione attraverso le sue protagoniste femminili. Le opere in mostra sono state realizzate da un gruppo di giovani creative italiane, attive nel campo di diverse arti espressive. Si riflettono sogni e attese, incarnate tramite i volti e gli oggetti della nuova migrazione femminile italiana a Berlino, sempre più numerosa e crescente negli ultimi anni. – See more at: http://www.radio3.rai.it

Sibylla Pace scrive della mostra su Il deutsch italia …

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“All’inizio c’è una traccia di muro. Poi un corpo. Ė inquieto, comincia a dimenarsi. Pare non trovare pace, nella tuta che lo imprigiona e che lo rende simile a un manichino senza volto. Striscia lungo il confine del muro di Berlino, si strappa lembi di tessuto fino a lasciare liberi prima gli occhi, poi un pezzo di pelle, infine tutto il corpo. Nudo, si ritrova a camminare tra gli alberi. A un senso di soffocamento segue una sensazione di riappacificazione con l’ambiente circostante.  Quella di Petra Fantozzi, in mostra dal 31 maggio al “Museum Europäischer Kulturen” (Museo delle Culture Europee) è una delle sei opere di otto donne italiane, attive in diversi ambiti artistici, esposte nel quadro della mostra “Erfüllbare Träume? Italiennerinnen in Berlin” (Sogni realizzabili? Italiane a Berlino).

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La mostra è stata organizzata dalle tante donne di Rete Donne Berlino – un’associazione di donne italiane residenti nella capita tedesca- sotto la coordinazione di Lisa Mazzi e Tania Tonelli e grazie ai finanziamenti del Preußischer Kulturbesitz, Ente statale a cui fanno capo i musei di Berlino, appoggiato dall’Istituto Italiano di Cultura.

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La mostra si dipana lungo il percorso della collezione permanente del museo, fondendosi con gli oggetti della tradizione folklorica europea. In mezzo ai tanti vestiti tradizionali passerebbe quasi inosservata la creazione di Francesca Amata, se non fosse per il suo aspetto un po’ trasgressivo: il vestito dell’artigiana italiana è stato fatto usando una tecnica antica – quella dell’uncinetto a forcella – sulla base di un cartamodello. Si tratta di tecniche diverse che nel lavoro di Francesca Amata vengono a incrociarsi facendosi simbolo, come lei afferma, dell’incontro tra culture. La trasversalità nel tempo e nello spazio sono temi a lei cari. “L’intreccio del tessuto, come anche l’uso di tecniche antiche per produrre oggetti moderni, rappresenta per me l’unione simbolica tra culture. Un intreccio che ha sempre portato a un arricchimento personale”.

Leggi l´articolo di Sibylla Pace al link: www.ildeutschitalia.com/berlino/sogni-italiani-a-berlino